Scritto da me, in collaborazione con Borkill.
Nani per mare. Il mondo stava proprio cambiando. E di certo non in meglio.
Questo pensava il capitano Garagrim Sharkking, il nano a cui avevano affidato il compito di portare la prima flotta sulla misteriosa isola.
Fissava una grande mappa stesa sul tavolaccio della sua cabina, tenuta aperta con degli oggetti appoggiati ai quattro angoli.
A nord est una candela illuminava la carta, la fiamma in continuo movimento seguiva il moto dell'oceano sotto all'ammiraglia.
A sud ovest una pepita d'oro gli ricordava che quello non era il suo posto, un nano dovrebbe stare in montagna.
A nord ovest un piccolo scrigno con dentro dei denti di squalo, prova tangibile da mostrare a chi avesse messo in dubbio il suo soprannome.
L'angolo sud est lo teneva fermo la sua mano, tozza e forte.
Fuori l'oceano irrequieto scuoteva le navi della flotta, mentre anche il cielo non sembrava del tutto contento di vederli.
Pensò di rivolgersi a un dio dei nani, ma probabilmente anche Grungni si sarebbe schifato di vedere i suoi figli su un pezzo di legno galleggiante.
"Terra! Terra!" Quelle due parole lo risvegliarono dal suo torpore.
Uscì dalla cabina, sotto la pioggia scrosciante, e guardò dritto a prua.
Un'isola, quasi completamente coperta dalla foresta. Su un metà di essa splendeva il sole, mentre sull'altra si stava sfogando un temporale.
Fece mente locale della mappa, e tentò di scorgere sull'isola in lontananza, il punto in cui gli avevano consigliato di attraccare.
"Forza figli di un troll rimbambito, tutti ai posti di manovra! Attenti agli scogli e al mal di mare, che nessuno si azzardi a vomitare!"
Nani che si danno da fare per manovrare una barca, lo spettacolo più ridicolo del pianeta.
Entrò nella cabina di pilotaggio, la giubba sgocciolò sul pavimento. Si avvicinò a un tubo e urlò dentro.
"Piano con quel carbone, siamo in vista della terra, sfracellarci contro un'isola non è bello, ve lo assicuro!" In risposta un timido Sissignore.
Tentò di guardare dall'ampia vetrata ma era piena di gocce, quindi uscì di nuovo per poter seguire le manovre della sua nave e della sua flotta.
Fuori ora splendeva il sole, e un arcobaleno attraversava il cielo. "Non è un buon segno" pensò.
La flotta nanica, baciata dal sole, si avvicinò con cautela all'isola. Una volta vicini alla spiaggia, ma distanza di sicurezza, per non arenarsi, si fermò.
Garagrim fece sbaracare gran parte degli equipaggi con le scialuppe.
Una volta a terra il capitano osservò l'isola da vicino. Di certo quell'aspetto da paradiso tropicale era solo apparenza.
Ordinò ai suoi di preparare il campo, e poi tirò fuori dalla tasca uno strano strumento. Il suo secondo lo osservò curioso.
"Cos'è quella cosa, capitano?"
"Un qualcosa-metro, me lo ha dato l'ingegnere che ci ha parlato di questa isola..."
Osservò lo strumento con attenzione, come se dovesse leggerci la più grande rivelazione del mondo.
"Fratello nano, benvenuto nell'occhio del ciclone."
Qualche ora dopo la Sea Dragon, la più veloce nave della flotta comandata di Garagrim, una ventina di nani come equipaggio, navigava a tutta potenza, lasciandosi l'isola alle spalle. Il suo compito: avvisare il resto della flotta nanica che l'obiettivo era stato confermato.
Garagrim chiuse lo strumento, e se lo rimise in tasca. Un sguardo in giro lo convinse che quello che aveva in mente era un lavoro da Ranger.
Chiamò le squadre di Ranger a disposizione e li mandò a perlustrare la zona, per annientare eventuali nemici.
Nel frattempo il vento si stava rialzando, una nuova tempesta era in arrivo...
Guardò verso il mare. I nani che aveva lasciato sulle navi sapevano cosa fare in caso di tempesta, e la Sea Dragon era ormai poco più che un puntino in lontanza.
Qualche ora dopo tornò la prima squadra di Ranger. Il vento si faceva sempre più forte.
"Signore, abbiamo individuato una grotta, in una zona sopraelevata. Sembra molto grande, e sulle pareti ci sono dei segni molto strani. Questa isola è abitata, o almeno lo è stata in passato. Altri ordini capitano?" La barba arruffata dal vento del campione dei Ranger non lasciava pensare a niente di buono.
"Forza, ci ripareremo lì durante la tempesta! Assicurate le cose il più possibile al terreno e mettiamoci in marcia!"
I nani obbedirono e si avventurarono nella foresta, poi su un pendio roccioso. Infine ecco la grotta. Da fuori sembrava la tana di un orso, ma all'interno le torce dei nani rivelarono pareti fitte di iscrizioni. Il capitano non ne era certo, ma quella scrittura sembrava molto simile a quella usata nelle terre di Lustria.
Uscì dalla grotta e osservò il mare. Da quella posizione elevata poteva vedeva la Sea Dragon oltrepassare l'orizzonte. Poi si girò verso i suoi ingegneri: "dobbiamo costruire un faro per il resto della flotta perchè questa isola cambia il tempo in ogni momento!!! Stava per rigirarsi verso il mare quando qualcosa sibilò vicino al suo orecchio, piantandosi nel legno delle scialuppe usate per attraccare. Si girò di scatto, poi sputò per terra in segno di disprezzo.
Tirando fuori la sua ascia mormorò fra se: "tutto, ma loro no..."
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